lunedì 19 ottobre 2009

Riflessione 1

Spesso mi ritrovo a riflettere su quello che siamo veramente. L'interrogativo che l'umanità si pone da sempre. Chi siamo? Ci troviamo immersi in questa esistenza e talmente ne siamo pervasi che lo dimentichiamo facilmente; troppo presi dalle distrazioni che ci creiamo ma che non rispondono alla domanda che poniamo. Osservando gli altri noto con stupore la superficialità e la vuotezza di certe affermazioni; se da una parte si mostrano totalmente disinteressati da forme di altruismo, da un'altro vantano una specie di santa devozione verso ideologie sportive, politiche, ideali deviati di moralità, dedizione morbosa alla cura del proprio corpo e alla propria apparenza. A volte mi chiedo di chi sia la colpa della situazione in cui versa la gioventù moderna. A volte mi sale un tono di accusa verso la generazione dei genitori che non ha saputo educarli. A volte pensare che sia semplicemente colpa della mentalità sembra quasi un'attenuante alla condanna della società moderna. La cosa che più mi dispiace è vedere tutte quelle esistenze svuotate di tutta quella sacralità che fino al secolo scorso è stata "la normalità", di quell'abnegazione e il rispetto per il mondo e gli altri. Svuotate ma riempite nuovamente fino all'orlo di marciume, e irrigate come quelle piante che riescono a crescere in terreni inquinati. Molti non capiranno mai cosa significhi veramente abnegarsi alla Verità ed è difficile da accettare; la cosa che rattrista di più è il modo in cui queste esistenze si sprechino, dietro gli ideali sbagliati, verso una moralità che è talmente tanto scaduta che viene considerata normale e questo ci dice tanto sulla vivibilità dei nostri tempi.

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