sabato 14 marzo 2009

'Questo è il mio corpo?' o 'Questo significa il mico corpo?'

È vero che alcune traduzioni bibliche rendono le parole di Gesù come segue: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”, e: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue”. (Matteo 26:26-28, CEI; Nardoni) Ed è vero che la forma verbale greca estìn — terza persona singolare dell’indicativo presente del verbo greco “essere” — fondamentalmente significa “è”. Ma lo stesso verbo può voler dire anche “significare”. E infatti in molte versioni della Bibbia questo verbo viene reso varie volte “significare” o “rappresentare”. È il contesto a determinare il suo significato più preciso. Per esempio in Matteo 12:7 estìn viene reso “significa” da molte traduzioni della Bibbia: “Se aveste compreso che cosa significa [greco, estìn]: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato persone senza colpa”. — CEI; Garofalo; NVB.

A questo riguardo diversi autorevoli biblisti concordano sul fatto che il verbo “è” non rende accuratamente il pensiero espresso qui da Gesù. Il teologo cattolico Jacques Dupont, per esempio, ha preso in considerazione il contesto culturale e sociale in cui viveva Gesù ed è giunto alla conclusione che il modo “più naturale” di rendere il versetto sarebbe “Questo significa il mio corpo” o “Questo rappresenta il mio corpo”.

Comunque sia, Gesù non poteva voler dire che i suoi seguaci dovevano mangiare la sua carne e bere il suo sangue in senso letterale. Perché no? Dopo il diluvio dei giorni di Noè, quando Dio diede all’uomo il permesso di mangiare carne animale proibì esplicitamente di consumare sangue. (Genesi 9:3, 4) Questo comando fu ribadito nella Legge mosaica, che Gesù osservò sotto ogni aspetto. (Deuteronomio 12:23; 1 Pietro 2:22) E gli apostoli furono ispirati dallo spirito santo a confermare il divieto di consumare sangue, rendendo tale legge vincolante per tutti i cristiani. (Atti 15:20, 29) Gesù avrebbe mai istituito una celebrazione nella quale i suoi seguaci avrebbero dovuto trasgredire un sacro decreto dell’Onnipotente Dio? Impossibile!

È chiaro dunque che Gesù usò il pane e il vino come simboli. Il pane non lievitato significava, o rappresentava, il suo corpo senza peccato che sarebbe stato offerto in sacrificio. Il vino rosso significava il suo sangue che sarebbe stato versato “a favore di molti per il perdono dei peccati”. — Matteo 26:28.

Inoltre Gesù quando disse queste parole, chiediamoci, dov'era il suo corpo? Nel pane? E se era nel pane il corpo di Gesù da cui parlava e diceva queste parole non era il suo corpo? Ecco che dobbiamo renderci conto che la Bibbia non ha tutti i retrosignificati nascosti che i teologi vi attribuiscono. La Bibbia è stata scritta per esser compresa da tutti, colti e semplici; non solo da persone che hanno studiato per 30 anni.

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